Genitori di Scouts

L’appartenenza di un figlio a una Comunità scout, è cosa che ben presto coinvolge tutta la famiglia, forse anche in misura maggiore di quanto i genitori si aspetterebbero.
È risaputo da tutti che l’unitarietà degli interventi educativi, anche se perseguiti con strategie diverse, è fondamentale nella crescita di un ragazzo; genitori, Capi scout e quanti altri concorrono alla sua formazione, devono quindi sforzarsi di essere tra loro il più coerenti possibile nel proporre traguardi da raggiungere.
Per questi motivi è bene che i genitori degli “aspiranti scouts” sappiano fin da principio che ciò che lo scautismo propone non è un modo di trascorrere
il tempo al riparo dalle compagnie dannose, ma un itinerario di crescita che punta a obiettivi precisi.
Conseguenze di questa consapevolezza sono il desiderio di informarsi su ciò che al figlio viene proposto e la disponibilità a confrontarsi con i Capi sulle
tematiche educative.
Periodicamente i Capi della singola Unità o dell’intero Gruppo riuniscono i genitori per illustrare il metodo scout, il Progetto Educativo o il piano delle
attività dell’anno. Possono essere organizzati, anche su iniziativa dei genitori stessi, incontri su temi educativi più generali, quali ad esempio la prevenzione delle tossicodipendenze, l’educazione all’amore, l’educazione alla fede, il rapporto genitori/figli, al fine di dibattere l’argomento e di individuare le strategie tramite cui genitori e Capi possano operare. A questi incontri si può prevedere la partecipazione di esperti, spesso reperibili tra i genitori stessi.
Solitamente le attività prevedono anche momenti di partecipazione delle famiglie: per i papà e le mamme è senz’altro più semplice conoscere lo scautismo vedendolo che sentendoselo descrivere; per il figlio è sempre motivo di gioia e di orgoglio vedere i propri genitori che partecipano a momenti per lui tanto importanti.
Questi incontri si potranno realizzare in tanti modi: la “giornata dei genitori” al Campo estivo, le Uscite di Gruppo, la rappresentazione di Veglie o spettacoli realizzati dai ragazzi, le Celebrazioni comunitarie periodiche o nei momenti forti dell’anno liturgico, le feste di Gruppo e così via.
Non si tralasceranno poi incontri ristretti tra la singola famiglia e i Capi (magari cenando insieme).
Tutte queste occasioni favoriscono la conoscenza reciproca e la fiducia, e fanno sì che l’efficacia degli interventi educativi aumenti.
UN IMPEGNO CHE RICHIEDE DEL TEMPO
Le famiglie degli scouts vengono coinvolte anche su un piano molto più pratico, che spesso richiede una forte disponibilità.
Le regole del “gioco” scout sono piuttosto precise e non sempre adattabili ai desideri della famiglia.
La continuità della partecipazione da parte dei ragazzi è uno dei punti irrinunciabili. Solitamente ciò si concretizza in:
• due o tre uscite al mese, pernottamento compreso;
• una (a seconda dell’età e delle esigenze del gruppo) riunione infrasettimanale (sabato);
• un periodo variante tra i 7 e i 15 giorni durante l’estate, per il Campo estivo;
• il Campo invernale e/o il Campo di Pasqua.
Sono queste indicazioni di massima, che ogni Gruppo adatta alle proprie esigenze e tradizioni. Ogni Capo le chiarirà a genitori e figlio/a fin dal loro primo incontro.
Capita che questi impegni coincidano con altre attività, culturali, sportive o ricreative, che il ragazzo svolge: i genitori sottoporranno il problema ai Capi,
ma resta il fatto che ogni momento vissuto nello scautismo ha uno scopo e che è fondamentale viverne tutte le proposte.
QUANTO COSTA?
Ma quali spese deve sostenere la famiglia di uno scout? Ad ogni inizio d’anno è richiesta una quota che comprende l’assicurazione e un contributo per l’Associazione.
Inoltre sono necessarie l’uniforme e una certa attrezzatura (zaino, sacco a pelo, scarponcini, e tutto quanto indicato dai Capi).
Per questi acquisti ci si può rivolgere alla Segreteria del Gruppo o presso rivenditori che i Capi sapranno indicare.
Altre spese riguardano le Uscite e i Campi; nello spirito di essenzialità che caratterizza la vita scout, queste spese si limitano al viaggio, all’acquisto di materiale e vitto, all’eventuale affitto del terreno o della casa per il pernottamento.
Solitamente il Gruppo effettua durante l’anno attività di autofinanziamento, sia per coprire in tutto o in parte le spese previste, sia in occasione di eventi
che si prevedono particolarmente costosi, quali un Campo in località particolarmente distanti, sia per contribuire a finanziare particolari attività del Gruppo (es. Giornate dell’accoglienza).
Anche l’autofinanziamento ha finalità altamente educative, perché abitua a “prendere le misure” della realtà, delle proprie possibilità e limiti; perché
insegna a escogitare le strategie per raggiungere un obiettivo, perché scoraggia il consumismo e incentiva il rispetto delle risorse e dei beni personali e
collettivi.

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